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Premio ‘Donne che ce l’hanno fatta’ a Francesca Moraci

Docente dell’Università Mediterranea, urbanista di rilievo nazionale e componente del CdiA di ANAS tra le premiate di ‘Donne che ce l’hanno fatta

In occasione della Conferenza Mondiale delle Donne- Pechino 20 anni dopo- a Milano, in Expo e a Palazzo Lombardia (25 – 27 settembre), il 26 settembre alle ore 14:00, nella Sala Biagi di Palazzo Lombardia avrà luogo, alla presenza delle massime Autorità, la cerimonia del Premio ‘Donne che ce l’hanno fatta’.
Si tratta di un premio speciale assegnato a Donne che sono riuscite a far fronte alla crisi e raggiungere posizioni apicali e che si sono contraddistinte, per capacità in ambito scientifico, lavorativo, caratteristiche umane, di coraggio, sensibilità e determinazione. Per la passione profusa nella sua attività di docente e l’attività scientifica, per la capacità di trasmettere idee innovative,l’attività professionale e manageriale, per aver raggiunto ruoli delicati e complessi che gestisce con grande capacità di giudizio, riceverà il premio Francesca Moraci, messinese, architetto, professore ordinario di urbanistica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e componente del CdiA di ANAS.

Francesca MoraciFrancesca Moraci oltre ai meriti per l’attività scientifica, la brillante attività professionale- confermata, oltre che da ANAS, anche dalla recente nomina tra i 15 saggi di governo per il piano strategico nazionale della portualità e logistica e importanti studi e piani urbanistici - e le capacità dimostrate in ruoli di responsabilità assunti nella sua articolata carriera, è da sempre impegnata sul versante delle pari opportunità e lo sviluppo del meridione, che non ha mai voluto lasciare “desidero che le giovani donne del sud, in un momento di così alto tasso di disoccupazione generale e in particolare femminile, non smettano di lottare per i loro sogni, sapendo che sebbene con più sacrifici e meno opportunità, la volontà, la conoscenza e la determinazione sono valori universali e prima o poi ti ripagano di tutto. In qualsiasi settore li si voglia applicare”.
Fra le altre premiate, ci saranno la giornalista Annamaria Barbato Ricci, responsabile comunicazione e immagine di Rdf communication, la tuffatrice plurimedagliata Tania Cagnotto, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, il sindaco di Barcellona Ada Colau. Tra coloro che consegneranno il prestigioso riconoscimento , la fondatrice del Premio Isa Maggi e la Consigliera di Parità Dott.ssa Anna Maria Gandolfi. Il premio è sponsorizzato dagli Stati Generali delle Donne, fondazione GAIA, Sportello Donna BIC.

Un cammino iniziato durante il semestre europeo con l’organizzazione a Roma degli Stati Generali delle donne, proseguito in questi mesi in tutte le Regioni italiane, che porterà la voce delle donne a trattare le istanze di interesse alla Conferenza Mondiale delle donne a Milano Expo. L’evento - 26/27/28 settembre 2015- e si articolerà in un assemblea plenaria, in tavole rotonde e laboratori che si svolgeranno in parallelo vari teme di interesse internazionale.

Perché non vi siano luoghi privilegiati per le opportunità, Expo 2015 è stata un’occasione per mettere al centro il tema di come nutrire il pianeta, creare energie per la vita, creare un modello sostenibile di sviluppo. In questa riflessione le donne hanno un ruolo fondamentale. Le donne sono legate al cibo, alla cura e all'attenzione per produrlo e portarlo sulle tavole.

Il cibo è lavoro, è sviluppo dei territori. Il cibo è cultura, è amore. Anche quest’anno il Global Gender Gap Report del World Economic Forum fornisce la dimensione della disparità basata sul genere in tutto il mondo. L’Italia ne esce male: l'Italia non è un Paese per donne.

Dal 2008 nel nostro Paese molto poco risulta cambiato, nonostante alcuni passi siano stati compiuti, ad esempio nella rappresentanza politica. Le criticità permangono gravissime nel divario economico e nell’accesso al lavoro, anche se, come sottolineato nel Word Economic Forum, “Le donne rappresentano la metà del potenziale talento di base di un paese. La competitività di una nazione, a lungo termine, dipende in modo significativo da come la nazione educa e valorizza le sue donne”.

In altri Paesi il motore dell’occupazione femminile si è acceso quando si sono formate «coalizioni pro donne» in seno alla classe dirigente (imprenditori, leader sindacali, intellettuali) e all’élite di governo. Nonostante i meritevoli sforzi di alcune singole personalità e organizzazioni, nel nostro Paese una simile coalizione ancora non c’è, sia per il permanere di una cultura profondamente vecchia che a causa della debolezza dell’associazionismo femminile. Le cose possono però cambiare oggi e la riflessione in corso, a vent’anni dalla Conferenza di Pechino, rappresenta una buona opportunità per tutte le donne e per tutti gli uomini.

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