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20 dicembre Ottavo incontro del ciclo "Territori - Architetture - Città"

Percezione e Vedutismo

Francesca Valensise

La percezione del territorio attraverso il vedutismo europeo dei secoli XVIII-XIX

Le raffigurazioni che nei secoli hanno tramandato l’immagine del paesaggio costituiscono la testimonianza di come la percezione sia stata particolarmente condizionata da fattori che vanno oltre la semplice conoscenza fisica dei luoghi per divenire il prodotto di contaminazioni estetico-culturali che ne caratterizzano la rappresentazione. Dai primi grandi esempi di vedutismo del XVII secolo si consolida la suggestiva e consistente produzione artistica del 700: paradigma della visione Neoclassica della bellezza ispirata alla natura, origine dei due sentimenti fondamentali del pittoresco e del sublime.

Maria Rossana Caniglia

Alla scoperta della Calabria misteriosa e selvaggia

Il viaggio di Edward e Robert-Henry Cheney (1823-1825)

L’Italia fu, dal Settecento in poi, meta ambita di viaggiatori europei, che intraprenderanno itinerari di viaggio il cui percorso si prolungherà sempre di più verso il Mezzogiorno, fino a giungere in Sicilia. Attraverso disegni e taccuini rappresenteranno quei luoghi ricchi di miti e leggende, che conservavano ancora il fascino dei racconti degli antichi scrittori.

Pittori, acquerellisti e colti letterati, Edward e Robert-Henry Cheney, fratelli inglesi appartenenti a una nobile famiglia, dopo aver trascorso diversi anni a Roma, decisero di intraprendere un viaggio, tra il 1823 e il 1825, nell’Italia meridionale, dalla Campania alla Sicilia, alla ricerca del tanto celebrato “paesaggio classico”.

Attraversarono la Calabria – terra misteriosa e ancora selvaggia – da Campotenese, nei pressi di Morano Calabro in provincia di Cosenza, fino a Reggio Calabria, raccontando i suggestivi e peculiari paesaggi di questa regione. Le vedute prodotte da Edward raffigurano, dalle montagne del Pollino a quelle della Sila, dalla piana di Sibari alla costa Tirrenica “degli Dei” e a quella denominata “Viola”, paesaggi mutevoli, dove la presenza dell’architettura s’intreccia vicendevolmente con quella incontaminata della natura.

Durante l’intero viaggio i due fratelli realizzarono un consistente numero di acquerelli e disegni a matita e inchiostro, da cui emerge fortemente la volontà che sia la realtà stessa dei luoghi visitati a diventare la chiave di lettura per far riscoprire la classicità del paesaggio.

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