Salotto di casa. Nel mezzo di una discussione uno degli amici si alza e apre la finestra che affaccia su una via piuttosto trafficata. Comincia a enunciare a piena voce le sue ragioni e conclude con considerazioni poco edificanti sui presenti nella stanza. Torna a sedersi tra i cuscini del divano e lo stupore degli amici con cui parlava un attimo prima.
L’amico della storiella, nel nostro caso, si chiama Isidoro Pennisi che non apre la finestra ma fa pubblicare “Benessere o malessere” su Strill.it del 6 settembre.
Pennisi si esercita da tempo e con discreta perizia nell’arte dell’editoriale. Il tema è spesso il salotto di casa nostra, l’Università Mediterranea in cui fa il ricercatore.
Condivisibili o no, le sue idee nell’articolo citato partono da assiomi autoreferenziali: la natura comica del fitness, un ateneo che vive di scampagnate in montagna, il confronto con Harvard o Cambridge, il codice etico appena approvato e alcune citazioni del tipo “… la gente sa che la nostra struttura «piange e f****»”.

Il nostro editorialista ha stabilito che non esiste la Federazione Italiana Fitness. Bisognerà che informi Google per impedire che qualche incauto navigatore incappi nel sito che fa riferimento all’appunto inesistente federazione.

Pennisi, se ha una tariffa scontata sulle chiamate internazionali, potrebbe telefonare ad Harvard e chiedere informazioni sulle sospette attività della School of public health che ha inserito il fitness nella sua home page.

E magari, anche l’Università di Cambridge che è incorsa nello stesso problema…

Certo, rimane intatto il nocciolo della questione: la Mediterranea «piange e f****» aprendo una palestra (ma anche un bar, una sala studio multimediale e un internet point) nei giorni in cui il Paese vara finanziarie lacrime e sangue.
Naturalmente, la creazione del Centro Polivalente della Mediterranea, è stato realizzato in seguito all'Accordo di Programma Quadro "La Calabria ricomincia dai giovani", stipulato nel 2008 fra il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero della Gioventù e la Regione Calabria. I fondi sono stati spesi, in base all’accordo, per la realizzazione di strutture sportive, aggregative e culturali destinate ai giovani. La Mediterranea, inaugurando Medì Club, è stato il primo ateneo calabrese compreso nell’accordo a realizzare e consegnare i lavori e proprio in un momento di oggettiva difficoltà. Gli atri due atenei della Regione stanno realizzando iniziative analoghe.
Peccato che a causa del famigerato Codice etico che vige qui come altrove nella Cittadella, chi vorrà frequentarla dovrà andarci “bendato e con la bocca cucita” per il rischio di eccessivo cameratismo studente-docente e dovrà sempre tenere un ruolo eticamente distinto, dentro e fuori l’Università.
Per fortuna c’è ancora chi, come Isidoro Pennisi, ha il coraggio di aprire la finestra e avvisare il popolo tutto che il fondo è stato raggiunto (speriamo solo che il fondo riguardi iniziative di questo genere) e, visto che Lavitola pare non voglia fare il rettore della Mediterranea, possiamo solo affidarci agli editorialisti mediterranei.